Stoccarda 2023 – Donna senz’ombra – Strauss

Cornelius Meister sa il fatto suo: bella Frosch, scattante, ben concertata, agile – anche se con qualche taglio. Mi ha colpito moltissimo l’imperatore di Benjamin Bruns, bella voce da tenore eroico retta da un’intelligente interpretazione. Merita senza dubbio di stare in primo piano. Niente di nuovo da dire su Herlitzius e Theorin (Nutrice e moglie di Barak), Simone Schneider mi convince sempre più come Imperatrice man mano che l’opera prosegue e metto per ultimo Martin Gantner (Barak) giusto perchè ci deve pur stare qualcuno a chiudere la lista dei protagonisti. Insomma, musicalmente questa Donna senz’ombra è positiva.

Non posso dire la stessa cosa della regia di David Hermann, eclatante caso di in cauda venenum. Nella scena madre in cui l’imperatrice – pensando di vedere il padre – si trova di fronte il marito pietrificato la regia fa apparire un enorme occhio luminoso da insetto. Keikobad? Qualcuno spieghi al malcapitato che, come spesso in Hoffmansthal, il motore della vicenda non compare, nè deve comparire, in scena. Non per questo egli è assente dalla partitura: il suo tema di tre note risuona in tutte le salse durante l’opera.

Può anche farmi piacere il riferimento al Mastroianni in stato interessante di alcuni decenni or sono, ma che Barak muoia quando il dodicesimo spirito gli leva dalla pancia una specie di verme solitario ibridato con Alien e che l’Imperatore indietreggi di fronte al rischio di un simile parto distocico mi sembra una idea di fronte alla quale l’occhio di Keikobad è tutto sommato piacevole. Che peccato! Questi tocchi da maestro conclusivi mi hanno guastato uno spettacolo che mi era piaciuto molto nei primi due atti e mezzo.