Stendhal – La certosa di Parma

Stendhal è l’antesignano di quei giornalisti stranieri che debbono spiegare ai loro lettori come sia possibile che un partito politico che nessuno è disposto ad ammettere d’aver mai votato rimanga al potere per quarant’anni consecutivi per essere poi sostituito stabilmente da un impresentabile industriale dal dubbio passato e dallo squallido presente.

Il povero Stendhal si sforza di raccontare fedelmente ai propri lettori quello che osserva, un po’ per scrupolo di cronista, un po’ perchè si illude di riuscire a capire in questo modo ciò che gli sembra inverosimile: un nobile che dopo essere fuggito dal proprio paese per combattere Napoleone entra nella corte di uno dei sovrani più reazionari del paese, amoreggia a destra e a manca nonostante l’abito talare e alla fine mette incinta una donna che, avendo promesso alla Madonna di non vederlo più, lo incontra nella totale oscurità. Ammettiamolo: una storia del genere sarebbe incredibile e assurda in qualsiasi paese diverso dall’Italia. E molte volte Stendhal, pur ammettendo di ammirare il nostro paese (come fanno del resto i suoi colleghi del Monde e del Figaro), è costretto a concludere sconsolatamente con un “sarà strano, ma in Italia è così” dimostrando per l’ennesima volta che il nostro paese non è cambiato di una virgola a distanza di secoli.