Rubaldo Merello

Merello è per me un carneade ligure, un artista di cui avrei continuato a non saper nulla se non mi fossi trovato questa retrospettiva all’ultimo piano del GAM genovese. Sempre diffidare della prima impressione: schizzi e disegni mostrano una contiguità con il liberty che mi porta a riconsiderare il debito di Giger verso questo genere artistico senza però incuriosirmi più di tanto. I dipinti mi obbligano a soffermarmi e ragionare. Su tutte le bancarelle domenicali trovo il promontorio visto dall’alto e incorniciato dagli alberi. Ma nessun pittore dilettante userà con tanta sicurezza i bordi rosso-malva che accentuano il verde complementare della verzura nè si preoccuperà di rendere con uguale attenzione la spuma delle onde che si disfano contro gli scogli.

Il malva – dice Nabokov – è per Proust il colore della memoria. Lo trovo – e non solo qui – nella colorazione delle colline del secondo piano, sugli alberi semi-spogli. Mi accorgo che questa tinta si sposa con il rosso aranciato e il giallo della vegetazione che assume così un brunito autunnale. E’ dunque una memoria che sa di nostalgia? Un Morgenrot che scivola in un’immagine di morte e disfacimento?

E sempre per rimanere in tema di letteratura liederistica mi sembra di poter illustrare il Winterreise con questi soli gemelli, che illuminano senza scaldarlo un bosco di castagni denudato dalla brutta stagione

Ma anche quando è estate Merello mi obbliga ad andare oltre la prima sensazione, l’epidermico mi piace. Ecco che osservo le macchie delle nubi, in un cielo poco più chiaro del mare, con la roccia iridescente su cui le pale delle piante grasse si dispongono in modo da consentire al pittore di immortalare i giochi di luce in un pomeriggio che sogna dei maelstrom immaginari.

E’ sempre una natura agitata, che prende per il bavero uno spettatore che prima osserva il piano liscio e uniforme del mare, poi il contrastante gomitolo variopinto del suolo e solo da ultimo le sagome nere degli ulivi si cui si concentra la visione. Un paesaggio che si dona solo al visitatore che ha pazienza di osservare, di cercare la bellezza sotto la scorza degli intorpiditi giorni estivi.