Makropoulos: brutto affare a Ginevra

makropoulos
Bellissimo che si leggano a mitraglia i faldoni legali, ma è necessario tenere questi tempi forsennati anche nel resto dell’opera? Quando riconosce Hauk EM urla un “Maxi!” che esplode anche in orchestra aprendo un luminoso interludio orchestrale in cui il vecchio damerino ritrova la propria giovinezza – come sarebbe bello ritrovare le persone così come ce le ricordiamo e non invecchiate come noi! – e gli altri personaggi cominciano a intravedere la verità che si nasconde dietro le iniziali EM. Anche la seconda apparizione di Hauk è sommersa nel grigiore, così come non riconosco il fulgore lirico del coro in cui i protagonisti di quest’opera domandano scusa nel finale alla figlia del dottor Makropoulos.

Mi strazia il cuore sapere che sul podio c’è Tomas Netopil, un direttore che ho ascoltato e apprezzato in precedenza molte volte. Però debbo ammettere che questi novanta minuti sono stati noiosissimi, l’ombra del caso Makropoulos che tanto mi piace. Ridotto a una serie di temi brevi e molto ritmati, senza uno sguardo d’insieme, Janacek mi sembra poca cosa.

La protagonista, con la testa calva e le cicatrici posticce è alquanto ributtante. Non capisco neppure perchè i personaggi debbano entrare in scena vestiti da motociclisti. Janek e Christa avrebbero meritato una maggior caratterizzazione… mi è parso che tutto scivolasse via in fretta senza profondità.