Lohengrin – Opéra Bastille 2023

Non so quando sia stata effettuata la registrazione. Non l’undici ottobre, ciò che permette di avere come Lohengrin non Floriano Cappone ma Beczala. Un cantante vero, che affina costantemente la sua resa del protagonista, aggiungendo una attenta interpretazione del testo a un colore che manca all’efebo angelicato. Purtroppo dopo che abbiamo sentito Lohengrin proclamare con orgoglio che viene dalla luce e dallo splendore abbiamo l’oscurità fitta di un’Elsa (Johanni van Oostrum) che sta brancolando con una voce incapace di centrare le note, di avere un registro omogeneo e bello. Avevo già notato la mancanza di squillo nel concertato che conclude il primo atto, più volte non mi era parsa eccezionale. Adesso, nella scena madre, mi sembra proprio debole. Non è che io abbia ascoltato troppo spesso Gundula Janowitz, è che mancano i fondamentali. Quelli che invece possiede Ekaterina Gubanova (Ortrud). Il resto della compagnia di canto è più che eccellente, Alexander Soddy tiene i tempi che Wagner si era cronometrato suonandosi in casa l’opera che veniva data in quel momento da Liszt a Weimar. Tutto bello e memorabile.

Posso dire lo stesso della regia di Serebrennikov? Non lo so. Mi piace che si sia sottolineato il lato militare e violento del testo di Lohengrin: il re viene a chiedere rinforzi per la sua guerra. Non mancano dunque mutilati, feriti e morti. Enrico nel terzo atto legge da un foglietto, come un politico qualsiasi, e lo “Heil deinem Kommen” viene rivolto a un soldato da decorare. Non è del resto la sola libertà che ci si prenda con il testo. E’ infatti Ortrud a cantare “Mein Gatte!” alla conclusione dell’opera (meno male, vista la qualità di Johanni van Oostrum).

Se mi va bene la soldataglia che riempie buona parte di Lohengrin, fatico a capire il ruolo di Elsa, scissa in tre persone e ricoverata in ospedale (psichiatria? vedo che finge di prendere la terapia all’inizio del secondo atto). E’ un po’ come se questo Lohengrin avesse due anime di cui la combattente mi interessa mentre la lirica mi sembra un fastidioso peduncolo che mal si adatta alle idee del regista.