Castello di Rivoli – Fabio Mauri

A che serve una esposizione che non insegna nulla di nuovo? Qui abbiamo la possibilità di conoscere una voce originale del panorama artistico italiano, una persona che ha sofferto – è stata in manicomio, dove ha subito diversi elettrochoc – non ha avuto esitazione alcuna a esprimersi contro la dittatura e l’antisemitismo. Anche quando offre opere figurative sceglie di lasciarle senza titolo, come se noi spettatori dovessimo avere la libertà totale di riempire con la nostra persona quello che l’artista ha lasciato sul foglio. Disegni, fotografie, monocromi e non solo: impressionante la “sedia di pelle ebrea” a fianco della fotografia di una donna nuda che reca sul petto una stella di David. Di che far pensare in questi tempi tormentati. Il fastidioso peso al petto che mi opprime quando esco dalla sala certifica che la mia visita non è stata inutile.