Giobbe Covatta – 6 gradi

Zelenski prima di essere uno degli uomini più influenti al mondo era un Beppe Grillo ucraino e Shakespeare è pieno di buffoni (fool) che – nelle commedie come nelle tragedie – sono gli unici che, grazie alla loro pazzia, mi viene in mente il pirandelliano Berretto a sonagli – possono dire le scomode verità. D’altronde mi ricordo la definizione latina della commedia castigat ridendo mores.

Non posso non pensare a questo durante l’ultimo monologo di Giobbe Covatta, impegnato a immaginare che nell’arco di un secolo la temperatura della terra si innalzi di soli 6 gradi. Subito all’inizio dello spettacolo Covatta osserva che 6 gradi bastano per arrivare ai 42° oltre i quali non possiamo vivere. E mi trovo a pensare che magari al 2123 potremmo benissimo non arrivare, magari neanche per il surriscaldamento del pianeta.

Covatta mantiene la sua non facile scommessa, di divertire e insegnare qualcosa. L’unico punto debole è che egli si rivolge a noi gretini, già convinti della necessità di cambiare passo e non a coloro che debbono mettere in atto i cambiamenti necessari a fermare la nostra corsa verso l’abisso.