Ariadne auf Naxos – Bohm 1944

Un documento reso sfocato da suoni saturi e rumori parassiti, non sempre chiarissimo ma di notevole interesse: è l’esecuzione con cui il regime nazista festeggiò l’ottantesimo compleanno dell’autore.

Bohm è sinonimo di Strauss, non solo per la dedica della Daphne ma anche per la quantità e qualità di esecuzioni che ci ha lasciato. Non dovremmo essere stupiti da lui. Eppure c’è subito nel preludio orchestrale un’urgenza più che benemerita che culmina nella schioppettata di terzine al pianoforte che introducono l’entrata del maestro di musica. Il maggiordomo non è personaggio facile: in von Karajan è il sosia di Mario Monti, che parla con un monotono e lento staccato; Sinopoli con Ronconi ne aveva fatto un personaggio di Sturmtruppen. In generale ci sono sottolineature e vezzi parodistici che sono assenti da Alfred Muzzarelli. Non c’è un attore che fa il maggiordomo, ma un vero e proprio maggiordomo, distaccato e preciso nel riferire la volontà di un padrone con cui è del tutto solidale. Ed è anche notevole la velocità della sua parlata… forse il tempo del parlato che Strauss aveva in mente quando consigliava di tenerlo come misura del tempo musicale è molto più stretto di quanto si faccia correntemente. Del resto se così non fosse come potremmo rendere bene il ritmo binario del 6/8 dell’intermezzo comico dell’opera (che in Karajan diventa infatti un confortevole valzerone) o il tempo tagliato del finale?

Bohm sente benissimo le variazioni sottili del tempo, a differenza dello Jurowski di Glyndebourne diversifica le invocazioni delle ninfe e le risposte di Bacco. E va pure in là: dato che Strauss vuole che la seconda risposta di Bacco sia più lenta della prima anche la seconda invocazione è meno mossa della prima.

Max Lorenz ha una voce squillante, chiara e duttile. Si sente un Sigfrido ideale che si districa senza molte difficoltà in una parte impervia.

Maria Reining ha poco fiato (deve ripetere due volte “Ein schönes war”) ma quando c’è il salto di ottava su “Totenreich” il la bemolle grave manda in tilt i sismografi. Straordinaria!

Irmgard Seefried ha un suono acido (le grain de la voix, direbbe Barthes) che non mi piace, ma è difficile trovare una maggiore intelligenza nelle dinamiche.

Alda Noni è una Zerbinetta ingiudicabile: troppo rapida per capire se ha fatto bene la prima cadenza della “Großmächtige Prinzessin” (ma a me è parso che sia stata approssimativa). La seconda invece è mancata del tutto. Un buco nel nastro? Un taglio? Propendo più per la seconda ipotesi. Peccato perchè è l’unica pecca in una registrazione che è indispensabile conoscere.